Trenta anni di Sahara

Per festeggiare i suoi primi trent’anni di frequentazione, e di amore, per il più grande deserto del mondo Fabrizio Rovella, titolare di Saharamonamour, ha organizzato il “viaggio dei viaggi” in Algeria

Testo di Fabrizio Rovella

Trenta anni di Sahara. Forse però dovrei dire sessanta, visto che la mia mamma (mancata lo scorso anno) andò a vedere il kolossal Lawrence d’Arabia tre volte in nove mesi di dolce attesa. E visto che Sahara vuole dire deserto, lì c’erano il Nafud e il Wadi Rum.

Poi sono pure nato in Via Tunisi, porto di arrivo per le grandi rotte sahariane. Da piccolo non ho mai giocato agli indiani e ai cowboy, ma con un fazzoletto in testa e la scimitarra ero sempre alle prese con la conquista di Aqaba. E il Pippo della Lines era il mio dromedario.


Poi, quando arrivarono le macchine a pedali, tutti i miei amici cercavano la rossa Ferrari, invece io ero l’unico con il fuoristrada. Aggiungiamo che mia moglie l’ho conosciuta a Tamanrasset, meta che sognavo da una vita, scorrendo con il dito la mitica cartina Africa Nord e Ovest della Michelin.

Ma veniamo al viaggio. Gruppo di partecipanti misto, con “vecchie volpi” e neofiti, o quasi, della sabbia. Staff “mondiale”, con Yassine come guida, il mudir del Tifernine e del Tihodaine, con tanto di famiglia e pascoli nel deserto; e Mustapha, dalla cucina e dai sorrisi leggendari. Tutto ha funzionato alla perfezione. Tutti hanno aiutato tutti.

A cominciare dalla frontiera, superata in un’ora e 40 minuti. Credo record assoluto di tutti i tempi. L’erg Tifernine, chiuso dal 2003 per un presunto rapimento di turisti austriaci, era stato riaperto da poco. Ci ha offerto pitture rupestri degne del Louvre, un paleosuolo ricco ed abbondante ma, soprattutto, le tombe della Toyota, chiamate così per la loro similitudine con il logo della celeberrima casa giapponese. Addirittura la leggenda narra che il fondatore della Toyota, in visita in Algeria, prese ispirazione da tali tombe per il logo.

Così come la Coppa del Mondo, la celebre roccia nel Tadrart: anche qui fanno risalire il merito all’artista che vide questa formazione rocciosa e la copiò.

Dopo una nottata passata ad Hassi Messaoud, abbiamo passato la notte seguente sulle propaggini del Tifernine e poi subito ecco comparire la Gara Kanfussa, come da cartina. Peccato che i locali la chiamino Gara Knaifissa mentre l’altra, secondo la loro esperienza, si trova vicino al cratere Amguid.

Ma “over the top”, secondo me, è l’erg Tihodaine, che abbiamo attraversato integralmente da nord a sud. Al suo interno c’è la più grande tomba di tutto il Sahara. Da urlo le zone di Tikabaouine e di Timras ed il sempre sorprendente, anche per me che solo quest’anno l’ho fatto cinque volte, Tadrart rosso. Dove ormai sono di casa due pastori nigerini, con un asino, un cane ed un gregge di capre.

Grazie al grande cuore di tutti i partecipanti sono stati distribuiti aiuti di vario genere, perché Saharamonamour è anche viaggiare per aiutare. Al ritorno, lasciata Illizi, siamo risaliti dall’erg Issaouane, che però per i locali è sempre Tifernine.

Che belle le notti fredde passate a contare le stelle cadenti intorno al fuoco. Che accendevamo spessissimo, vista l’abbondanza di legna, per scaldarci, cuocere il pane e fare il tè nel deserto.

Un enorme grazie di cuore a tutti gli amici che mi hanno accompagnato in questi trenta anni di Sahara, ma soprattutto a quest’ultimo gruppo a cui mando un abbraccio sabbiosissimo.

Fabrizio Rovella di SaharaMonAmour ringrazia i suoi sponsor: Hotel Condor a Riccione, Farmacia Internazionale Dott. Bagnasco a Rapallo, Camping “Du Parc” a Morgex, Libreria La Montagna a Torino, Altai Gallery a Milano, L’Officina dell’Auto a Reggio Emilia, Agriturismo di Sordiglio, Hotel delle Alpi Miramonti a Prali

Partner tecnici di SaharaMonAmour sono Ferrino, Grivel, Solbian, Tecso, Bluetti, AKU, Caffè Janus.

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