
Pensando alla dedizione applicata a questo vecchio “ferro” da parte di Mercedes-Benz, viene da pensare a cosa potrebbe venir fuori se venisse aperto il mercato del restomod a tutti i livelli

di Marco SIlvestri
Bello, come sempre, se avesse avuto 4 ruote sterzanti l’avrei considerato il mio carrarmatino preferito, tuttavia, potrebbe esserci un limite strutturale a causa delle dimensioni che va considerato.
Pensando alla dedizione applicata su questo vecchio “ferro” da parte di Mercedes-Benz, mi viene da pensare a Mercedes come un ottimo player se la UE aprisse al mercato del restomod a tutti i livelli. Certamente, come appassionato, mi servirei di Mercedes-Benz per la componentistica per i miei modelli storici a cui sono più affezionato; per ora questa tecnologia risulta davvero strategica per la Casa di Stoccarda, per tanti motivi, e per questo vale la pena spendersi tutto per questi esemplari, direi, da museo.
Sono contento di vedere il marketing tedesco misurarsi ancora col passato, ma partecipe delle vicende future; sono certo che queste scelte saranno accettate di buon grado dagli estimatori nel prossimo futuro. Questa dinamicità industriale sarebbe utile anche per il nostro mercato italiano, ma non mi dispiace saltare la staccionata e apprezzare la bontà degli operatori tedeschi: su certa economia ne fanno davvero una questione di principio e, poi, anche di profitto. Mi rammarica solo che l’integrazione con Renault non si sia conclusa con successo…

Parlando, dunque, di questo ultimo portento fuoristradistico, non posso che partire dal dato saliente che testimonia l’abilità del mezzo su ogni superficie con i suoi 750 Nm di coppia.
Questa è la misura dell’effetto esplosivo del suo 6 cilindri, 3 litri, biturbo da 367 cavalli su un body certamente datato, ma riarmonizzato con materiali e soluzioni ingegneristiche all’avanguardia. Mercedes-Benz dimostra di “stare sul pezzo” e rilancia il nuovo-vecchio mercato dell’auto, non più in transizione ecologica (forse messo solo in pausa), con l’ormai eterno Gelandewagen motorizzato diesel, ma questa volta mild-hybrid con la pace anche dei francesi, primi sostenitori di queste varianti miste a gasolio.
Il test del MB G-Klasse non poteva che essere dei migliori, il modello gira in questi mesi proprio per farsi apprezzare. I dati ufficiali parlano di 250 km/h come sempre autolimitati, di un’accelerazione 0-100 km/h non certo limitata ma di gran potenza da 5,8 secondi nonostante il peso non da “signorina” di 2 tonnellate e mezzo. Il tutto è coadiuvato da un cambio eccezionale a 9 rapporti della serie G-tronic, che consente un consumo di carburante sopra gli 11 km/litro.
Trazione, ovviamente, 4Matic, che conferisce il meglio della dinamicità di guida ad un telaio a longheroni sotto un body separato, invariato e fedele alla sua personale storia, ma efficiente grazie alle sospensioni livellanti e adattive elettronicamente. Resta ancora rigido l’assale posteriore. Comunque sia, fondamentali restano i 3 differenziali bloccabili elettronicamente e separatamente. Il baricentro, inutile ripeterlo, è decisamente alto, l’altezza minima da terra è di 241 mm, complici, certamente, anche i generosi cerchi fino ai 20”, ne consegue che al terreno l’approccio superabile è di 30° avanti e 31° in uscita, con una capacità di guado di 70 cm.
All’esterno si notano tutte le migliorie del restyling del 2024. Le misure rimangono 2,41 metri la larghezza, 4,83 metri la lunghezza, 1,97 metri l’altezza al tetto.

All’interno dell’abitacolo spiccano la qualità e le finiture da Classe S, dove nulla è lasciato al caso e tutto risulta pregiato. Sull’allestimento Exclusive, il programma Manufaktur permette un’infinità di personalizzazioni della selleria e dei pannelli. La versione d’accesso è la Professional, mentre top di gamma è la AMG Line per la quale si arriva a spendere 153.000 euro. Un senso speciale, però, per questo mezzo ce l’ha una feature di grande utilità: il “cofano virtuale”, attraverso il quale si può controllare direttamente il suolo, intercettando, ad alta risoluzione, tutte le asperità.
Senza dubbio un mezzo unico, che continua dritto per la sua strada, a giocare secondo le proprie regole, che lo portano ancora oggi a essere, senza offesa, un mirabile “ferro” d’autore.
Per gli appassionati del Brand consigliamo di leggere anche il test sulla prima G elettrica QUI.
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