Agilità e potenza sono gli ingredienti vincenti di questo mini “big foot” con tutte le carte in regola, dal potente motore alle enormi gomme artigliate, elaborato da un vero esperto del marchio Suzuki
Testo e foto di Lorenzo Gentile
IL PREPARATORE
Aliucci Elaborazioni
Via Amiternina, 37
67100 Sassa (AQ)
Tel.: 333-6552228
Mail: alessandro.aliucci@yahoo.it
Referente: Alessandro Aliucci
Quella che vedete in queste pagine era una Samurai come tante, destinata a concludere i suoi ultimi giorni di vita in un polveroso garage o, peggio, a finire dentro una pressa. Ma un giorno, grazie ad una telefonata, il suo destino svoltò di colpo. Un giovane di Roma, Marco, se ne innamorò a prima vista. Quelle linee squadrate e la forma compatta sembravano fatte apposta per lui.
Non ne sapeva molto di fuoristrada, fu un amore a prima vista. Solo dopo averla acquistata Marco si rese conto di quali erano le reali potenzialità della sua Samurai e iniziò a documentarsi sul variegato mondo dell’off road. Iniziò a leggere forum, guardare video su YouTube e a intrattenersi nei vari gruppi su Facebook, dove tanti nuovi amici con i loro contributi lo indirizzarono sulla giusta via.
Già dalle prime uscite, comunque, Marco si era reso conto da solo che per divertirsi davvero doveva iniettare nelle vene della sua Suzukina una buona dose di vitamine, dato che gli anni accumulati avevano spompato il motore e le balestre, che ormai cigolavano ad ogni buca.
Scartate varie opzioni, la scelta ricadde sull’officina di Alessandro Aliucci, noto preparatore con sede in provincia dell’Aquila e grande esperto del marchio giapponese. Aliucci, tra l’altro, è rivenditore dei prodotti HM 4×4 e proprio con il team siciliano partecipò al campionato XTC nel 2015 sperimentando varie modifiche che alla fine portarono alla messa a punto dell’assetto “Full Trial” da +11 cm per la Samurai.
Per la vettura di Marco Aliucci ideò un progetto volto a migliorare le performance del veicolo su percorsi molto impegnativi senza badare tanto alle prestazioni del mezzo su strada (il proprietario, infatti, è dotato di carrello). Il primo step ha riguardato il motore, in quanto quello di serie era ormai arrivato alla frutta. Il preparatore sconsigliò di ricondizionarlo, una soluzione troppo onerosa, ma decise di puntare tutto su un’unità più potente, che avrebbe permesso maggior divertimento e più affidabilità delle componenti meccaniche.
Il 1.6 a 16 valvole della Baleno era quindi la scelta giusta. Però non ci si è accontentati della semplice installazione, ma si è lavorato sull’iniezione, sull’aspirazione e sullo scarico per arrivare a raggiungere una potenza stimata di 130 cavalli, con una coppia raddoppiata rispetto al motore originale.
Di pari passo la trasmissione ha ricevuto importanti aggiornamenti, in particolare con la sostituzione dei due ponti originali con due assali di derivazione Toyota, opportunamente rinforzati per resistere alle sollecitazioni delle gomme da 35 pollici. Solo in seguito ci si è potuti concentrare sulle sospensioni donando alla vettura un passo esatto di 90 pollici ed un’escursione impensabile con le vecchie balestre.
Derivato dal kit Raptor 4×4 a molle, si tratta di uno schema con 2 link più Panhard all’avantreno e, al posteriore, triangolo più puntoni della Race4Tech montati su uniball acciaio su acciaio. La mobilità garantita da questo nuovo assetto si apprezza specialmente nei passaggi lenti con grossi ostacoli da superare in aderenza, mentre la vettura si dimostra più imprecisa sullo sterrato veloce, condizione in cui avrebbe ottime possibilità vista la potenza del propulsore, ma per via degli uniball e soprattutto dell’eccessiva morbidezza degli ammortizzatori, che generano un notevole rollìo, è bene non farsi prendere la mano sul veloce, evitando in particolare gli improvvisi cambi di direzione.
È invece il trial il pane quotidiano di questa Suzuki che, più larga e alta di prima, affronta ostacoli impressionanti senza particolari timori, aiutata dai nuovi rapporti ridotti e dai due differenziali bloccabili. Il motore è più che adeguato al peso della vettura e alle gomme, che vengono “tirate” senza incertezze.
La potenza, quindi, viene ben scaricata a terra e già dai 2.000 giri si dispone di una robusta quantità di coppia. Per rendere definitiva e completa la preparazione di questa 4×4 tutto pepe ci sentiamo di consigliare una taratura degli ammortizzatori meno morbida, in modo da poter sfruttare tutti i cavalli del motore anche sui veloci sterrati e non essere limitati al solo trial. Dei nuovi parafanghini, infine, renderebbero più sicura la marcia in fuoristrada.
DETTAGLI TECNICI
MODIFICHE E COSTI
Motore Suzuki Baleno 1.6 16V 3.500
Collettori + scarico + terminale Honda CBR 600 800
Flangia cambio HM 4×4 340
Frizione Exedy 360
Kit super ridotte HM 4×4 400
Gabbia riduttore 400
Alberi trasmissione ant. e post. Raptor 4×4 1.600
Ponti ant. e post. Toyota LJ 70 800
Differenziali ant. e post. ARB bloccabili al 100% 1.700
Semiassi + giunti ant. RCV 800
Assetto Raptor 4×4 3.000
Scatola guida Suzuki Jimny 250
Barre di sterzo Race4Tech 200
Ammortizzatore di sterzo HM 4×4 120
Cerchi in acciaio Raptor 4×4 8×15 ET -30 con beadlock (4) 630
Pneumatici Silverstone MT 117 35×11.50 R 15 (4) 830
Paraurti ant. in acciaio 300
Paraurti post. in acciaio 300
Sedili sportivi Tyrex (2) 240
Verricello Dragon Winch 10.000 430
Serbatoio carburante in acciaio inox 350
Prezzi in euro IVA inclusa, manodopera esclusa
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